Tra le Isole Eolie figura anche Vulcano, così chiamata perché in antichità gli abitanti erano devoti a Vulcano (dio romano del fuoco).

Cenni storici

Secondo alcuni studi condotti da archeologi ed etno-antropologi, questa può essere identificata come “Isola dei morti”. Ci sono infatti testimonianze del fatto che, anticamente, tutti defunti venissero portati qui anche dalle altre Isole Eolie attraverso rudimentali imbarcazioni. In questo modo, i cadaveri potevano
essere purificati dal dio del fuoco. Ci sono però opinioni discordanti su dove venivano sepolti cadaveri: c’è chi dice sull’Isola di Vulcano e chi sulle isole di appartenenza. L’isola assunse il nome attuale nel momento in cui i Romani hanno ribattezzato Vulcano il dio Efesto. Dopo secoli in cui rimase disabitata, intorno al 510, re Teodorico vi relegò per punizione il curiale Iovino. Il normanno Ruggero I, conte di Sicilia, intorno all’anno 1083 fece donazione dell’Isola, insieme ad altre dell’arcipelago, al Monastero di San Bartolomeo dei monaci benedettini di Lipari tramite il suo Abate Ambrogio.
Per secoli l’Isola di Vulcano rimase sotto il dominio della Chiesa di Lipari. Nel 1813 giunse da Napoli il generale Vito Nunziante, con nulla osta regio, onde potere acquistare terre nelle Isole Eolie, dalla Mensa Vescovile di Lipari. La notte del 3 agosto 1888 l’eruzione del Vulcano, cui sarebbero seguiti nei due anni successivi vari eventi di intensità minore, danneggiava seriamente le infrastrutture costruite per
l’estrazione di zolfo, ponendo fine a tutte le attività lavorative.
Dalla fine dell’800 cominciarono ad arrivare dalla Sicilia i primi contadini in cerca di fortuna. Da Gelso, ove vi era una sorta di porto naturale per le barche, i lavoratori della terra, a dorso di asini e muli, si spostavano a Vulcano Piano, zona pianeggiante a circa 400 metri di altitudine. Proprio a Gelso ritroviamo la prima chiesa
dell’isola (Sec. XIX), poco più che una stanza, tuttora esistente. Sempre in località Gelso, nell’Ottocento venne edificato un faro, con accanto la casa per i faristi. Recentemente il detto faro è stato vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina. Vulcano Porto si cominciò invece a popolare nel XX secolo, con la presenza di pochissimi nuclei familiari, provenienti dalle coste siciliane e dalla vicina Lipari.
Solo intorno al 1950 Vulcano iniziò ad essere frequentata da turisti, che oggi costituiscono la maggiore risorsa economica dell’isola.

Cosa vedere

Tra le attrazioni dell’isola figura certamente il Gran Cratere della fossa, che domina Vulcano con il suo diametro di circa 500 metri. È raggiungibile partendo dal porto levante e attraverso un percorso di quasi un’ora. Si tratta di un’escursione inizialmente faticosa a causa della sofficità delle sabbia vulcaniche, ma è
una tappa obbligatoria di ogni visita a Vulcano. Da non perdere anche la Pozza Termale, che è stata realizzata negli anni ’60 grazie alla rimozione della crosta superficiale dell’area delle fumarole. Il suo laghetto vulcanico è alimentato naturalmente attraverso le polle dei soffioni vulcanici. Nelle sue acque si stemperano i vapori benefici dello zolfo e delle sue
proprietà benefiche. Il suo fine fango argilloso è un toccasana per il corpo e per la pelle di turisti provenienti da tutto il mondo.

Cosa fare

Un posto dell’isola da visitare è la Baia delle Acque Calde, proprio davanti ai laghetti dei fanghi e prende il suo nome dal calore sprigionato dai getti di acqua calda che fuoriescono dal mare. Il risultato? Un incredibile idromassaggio 100% naturale.

Inoltre, è consigliabile fare un giro alla Valle dei Mostri. Nell’area dell’istmo di Vulcanello, troviamo la splendida valle e le sue bizzarre formazioni rocciose. Il tempo e gli agenti atmosferici hanno plasmato queste rocce conferendogli la sagoma di animali e creature mitologiche.

Cosa e dove mangiare

La cucina di Vulcano è strettamente legata alla tradizione generale delle Eolie e della Sicilia. Tra i piatti tipici
ci sono: la zuppa di scorfano all’eoliana, gli involtini di pesce spada e i gigi eoliani. Queste e altre prelibatezze possono essere gustate presso ristoranti di qualità come La Bottega di Vulcano, Il Cappero at Therasia Resort e L’Arcipelago.

Spiagge

Una delle spiagge assolutamente da visitare a Vulcano è quella del Gelso, raggiungibile da Vulcano Porto grazie ad un’unica strada. Quest’area dell’isola era destinata principalmente alla coltivazione dei vigneti. Ogni anno, durante la prima domenica di luglio, si festeggia la Madonna delle Grazie. Interessante anche la Spiaggia delle Sabbie Nere, che si caratterizza per il colore della sabbia di natura vulcanica. Questa baia protetta collega il porto di Levante all’ex isola di Vulcanello, con una discesa in acqua graduale e non troppo profonda.

Coma arrivare

Vulcano è collegata all’isola di Lipari tramite un servizio marittimo effettuato dal porto di Levante (sull’sola di Vulcano) fino al porto di Sottomonastero a Lipari (circa un quarto d’ora), attraverso le Bocche di Vulcano.
È raggiungibile con circa un’ora e mezza di navigazione con la nave e con circa tre quarti d’ora via aliscafo da Milazzo.